Iniziamo con lo specificare una differenza terminologica tra i termini relativi all’ipnosi. Intendiamo con “ipnosi” lo stato particolare, psicofisiologico (trance) del soggetto. Con “ipnotismo” la metodica e le tecniche impiegate dall’ipnotizzatore per realizzare l’ipnosi. Per ipnositerapia intendiamo l’applicazione in campo terapeutico dell’ipnosi. Un elemento di estrema importanza risiede nel bisogno che si crei una stabile relazione di fiducia tra ipnotizzato e ipnotizzato. La persona che si sottopone all’ipnosi sa di potersi affidare completamente nelle mani dell’ipnotizzatore. Vi è profonda fiducia in ciò che si andrà a fare. Possiamo focalizzare due principali scuole complementari di Ipnosi, una tradizionale basata sulla suggestione (praticata a suo tempo da Freud; “se suggeriamo a una persona di guarire, lo stesso può guarire”) ed una di stampo eriksoniano (che predilige una partecipazione attiva). Viene ricercata in questo caso una libera espressione della persona, e vi è un largo utilizzo di metafore per guidare la persona e avviare così un emergere spontaneo in riferimento alla soluzione dei problemi. Milton Erikson definisce così l’ipnosi: un tipo molto particolare di comportamento complesso e insolito, ma normale, che in condizioni opportune può essere sviluppato probabilmente da tutte le persone comuni e anche dalla gran parte di quelle che hanno problemi di salute. Bisogna considerare che la mente durante l’ipnosi è maggiormente ricettiva alle suggestioni e alle nuove idee. Questo aspetto viene utilizzato come punto di forza per rimpiazzare facilmente e velocemente convinzioni e comportamenti disfunzionali. Fare ipnosi in psicoterapia non significa sicuramente utilizzare una modalità da “palcoscenico” nella quale esistono dei metodi di induzione maggiormente autoritari e finalizzata esclusivamente alla produzione di fenomeni spettacolari. Brevemente possiamo rilevare come l’attività del cervello lavorerà in un differente modo subendo delle importanti modificazioni dove l”emisfero destro, la parte razionale insomma, diminuisce la sua attività entrando in uno stato di riposo. Al contrario, l’emisfero sinistro, la parte creativa, si aziona, diventando la parte dominante. La metafora in Ipnosi Ipnosi metaforica La metafora è un potente mezzo per andare a ridefinire il mondo interno della persona in terapia. Riesce in modo immediato e chiarificatore, a dare una nuova visione di ciò che sta succedendo nel vissuto della persona. La metafora si interpone come tramite tra il vissuto del paziente e l’empatizzare dello psicoterapeuta. In questo tramite metaforico, il paziente può calibrare ed adattare ciò che il terapeuta gli ha dato, sotto forma di metafora, per ristrutturare e creare una differente visione del mondo. La metafora da uno splendido significato figurato a quello proprio delle parole. Le metafore accompagnano il percorso di una persona o coppia in psicoterapia, andandosi a modificare e a prendere una differente forma sulla base dell’evoluzione dei vissuti interni. L’ipnosi funziona? L’ipnosi sicuramente funziona e riesce a rimuovere la sintomatologia in maniera duratura. Quanto tempo viene richiesto per essere ipnotizzati ed avere degli effetti. Non vi è nessuno che possa garantire e definire a priori il numero minimo di sedute, per via del fatto che tutti noi siamo differenti e come per ogni trattamento psicoterapeutico, questo è individualizzato. Per ogni problema portato in sede terapeutica non sarà possibile dire il numero di sedute necessarie per la sua risoluzione. l’idea che una volta ipnotizzati si sia istantaneamente curati, è una credenza irreale. è invece verissimo che è richiesta una partecipazione attiva dell’ipnotizzato affinchè il processo di ipnosi si possa portare avanti e la persona possa lasciarsi andare alla voce dell’ipnotista e a tutto ciò che si va a creare insieme nel contesto psicoterapeutico. Ambiti di applicazione L’ipnosi può intervenire nell’aumentare l’autostima, cambiare abitudini negative e sulla gestione del peso corporeo. Nelle diverse forme di nevrosi, nelle diverse dipendenze (alcol, tabacco, droga, nuove dipendenze), nei disturbi somatoformi, nei disturbi sessuali di origine psicogena, nei disturbi alimentari. Nella gestione dell’ansia, delle fobie, disturbi ossessivo compulsivi, Ha un’azione all’interno del controllo del dolore, nella preparazione agli interventi chirurgici e nel post operatorio. Ha una elevata funzionalità nella gestione del mal di testa. Nella preparazione e nella conduzione del parto e nei disturbi ginecologici psicosomatici. |